Bambini morti in auto: Hyundai dice basta
Non è necessario essere un genitore per rabbrividire di fronte a notizie di bambini che muoiono perché abbandonati in auto. Rileggendo un articolo uscito su Repubblica a giugno ho ritrovato numeri impressionanti, una macabra contabilità tenuta da noheatstroke.org, un’associazione no-profit attiva per bloccare queste morti assurde. Negli stati Uniti, dal 1998 ad oggi, sono 711 i bambini morti intrappolati nell’abitacolo dell’auto di famiglia per ipertermia, arresto cardiaco, asfissia. Sono una media di 37 l’anno e l’87% riguarda bambini fino a 3 anni. Il 17% dei genitori di questi bambini ha lasciato il figlio in auto intenzionalmente: dimenticandolo. Questi episodi si verificano in tutto il mondo, ma in Europa i dati a disposizione sono pochi e non esiste ancora un database con una casistica di morte infantile codificata per questo. In Italia il primo caso noto risale al 1998 e l’ultimo quest’anno ad Arezzo, meno di una decina di casi ma tutti strazianti.
Com’è possibile che accadano queste cose?
Ormai mia figlia è grande e non mi è mai capitato di dimenticarla in auto, però ricordo benissimo dei giorni in cui la stanchezza, la mancanza di sonno, la distrazione, la frenesia, avrebbero anche potuto portarmi ad un errore del genere e lasciarla in macchina. Sì, perché i genitori ai quali è capitata una cosa del genere non avevano disturbi mentali al momento del fatto. Erano sani di mente e amorevoli, come viene ricordato dallo psicologo Massimo Agnoletti, nell’articolo di Silvia Bonaventura. Ad aggravare la situazione ci sono anche altri fattori come ad esempio l’amnesia dissociativa: il bambino si addormenta, il genitore non lo sente più e se lo dimentica.
I rimedi possibili
Per annullare questo tipo di incidenti si può usare qualche tecnica “old economy”, consigliata anche dal Ministero della Salute: ad esempio lasciare gli effetti personali vicino al seggiolino. Ma ci può venire in aiuto anche un po’ di tecnologia. Ad esempio Waze ha la funzione di “promemoria bimbo in auto”, poi ci sono diverse app: Infant Reminder e Kars4Kids Safety, gratuite e con allarmi sonori per non dimenticare il prezioso carico.
Ci sono poi i seggiolini con allarme incorporato e poi c’è Remmy, un sensore che si applica a qualsiasi seggiolino e si alimenta con l’accendisigari. Gli studenti di un Istituto Tecnico italiano hanno poi ideato il seggiolino “Ricordati di me”: se il sistema registra che il bambino è presente nel seggiolino, ma lo sportello lato guida è stato aperto, il motore è spento e il sedile del guidatore è vuoto, si attivano le quattro frecce e si apre il finestrino di qualche centimetro. Se non interviene nessuna azione da parte del genitore-guidatore, il sistema fa partire una sirena e invia sms al numero predefinito.
La soluzione di Hyundai
Le statistiche hanno evidenziato un aumento di questi casi a partire dagli anni 90, si fa coincidere con l’introduzione dell’airbag anche per il passeggero. Da allora, poiché l’apertura dell’airbag in caso di incidente può esser pericolosa per i bambini, si cominciò a mettere i seggiolini sui sedili posteriori, più lontani dal campo visivo del guidatore e quindi più a rischio di essere dimenticati. Auto che si trasformano in bare, quando, proprio oggi, l’attenzione alla sicurezza sembra essere quasi l’aspetto principale. Si parla di guida autonoma per far diminuire gli incidenti e poi non si fa nulla per evitare questi incidenti così raccapriccianti.
Qualche giorno fa una statistica diffusa da Hyundai Usa evidenzia come dall’analisi degli 800 decessi di questo genere, avvenuti dal 1994 ad oggi, risulti che nel 55% dei casi il genitore o i genitori fossero completamente ignari della presenza del figlio all’interno dell’auto. Ed è proprio Hyundai che potrebbe essere la prima casa automobilistica a portare sul mercato il Rear Occupant Alert. Si tratta di un dispositivo che usa sensori più evoluti rispetto a quelli degli antifurti volumetrici per rilevare ogni minimo movimento del piccolo occupante incidentalmente lasciato in auto. Una volta scattato l’allarme il guidatore viene avvisato dal suono del clacson e dal lampeggio dei fari e da un messaggio sullo smartphone tramite l’impianto Blue Link. Sarà inserito in gamma sui modelli 2019 venduti negli Stati Uniti.
Personalmente credo che si tratta di sistemi che dovrebbero essere obbligatori e inseriti anche nelle valutazioni di Euroncap. Non optional, ma di serie proprio per garantire la sicurezza minima di chi è in macchina. Un po’ come il telepass che dovrebbe essere in dotazione obbligatoria, fissa e gratuita per tutte le auto. Solo che dal telepass non dipende la vita di nessuno e in questo caso invece si tratta di vita o di morte. Nessuno di noi è immune e questa tragedia purtroppo può capitare davvero a chiunque.
Brava Hyundai che, spero, abbia aperto la strada affinchè tutti i brand auto facciano qualcosa.