Le Mans ’66: il film sulla rivalità tra Ford e Ferrari nasconde un’altra grande sfida, quella degli pneumatici, vinta da Goodyear.
La 24 Ore di Le Mans è “LA” gara per eccellenza e solo dopo averla vista dal vero ho capito perché. Tutta la settimana che la precede è costellata di eventi che sono dei veri e propri riti, per i piloti, per le squadre ma anche per i tifosi e gli appassionati. Impossibile non farsi coinvolgere e non commuoversi, come è capitato a me quando si è azzerato l’orologio Rolex che sovrasta la linea di partenza del circuito di La Sarthe e le macchine sono sfrecciate sul rettilineo. Se la 24 Ore di Le Mans è diventata una gara leggendaria lo deve al fatto che, in tutti questi anni, è stato un susseguirsi di sfide che sono passate alla storia, come quella che ha per protagonisti Ford e Ferrari.
Sullo sfondo della rivalità tra Ford e Ferrari c’è Carol Shelby che impazza
Magari non tutti sanno che, in un momento in cui la casa di Maranello non navigava proprio in buone acque, Henry Ford II fece un’offerta a Enzo Ferrari di comprare la scuderia del cavallino rampante. Naturalmente l’imprenditore italiano rifiutò la proposta. L’americano se la legò al dito, gli giurò tremenda vendetta e ingaggiò il visionario progettista Carol Shelby – si proprio l’uomo delle Ford sportive su base Mustang – per realizzare il suo progetto. Il film nelle sale cinematografiche inizia proprio nel 1959: Shelby vince la 24 Ore di Le Mans ma si rende conto che la fine della sua carriera è vicina, a causa di un problema cardiaco. Diventa quindi distributore dei pneumatici da corsa Goodyear per gli 11 stati occidentali degli Stati Uniti e fonda una sua squadra corse: la Shelby American. Nel frattempo, dopo essersi preso il due di picche da Enzo Ferrari, Ford perde tutte le gare fatte nel 1964 con la Ford GT40, compresa la 24 Ore di Le Mans, dove invece le Ferrari conquistarono l’intero podio. Nel 1965 Ford affida a Shelby l’incarico di portare la Ford GT40 alla vittoria ma ci fu ancora un nulla di fatto e la vittoria andò alla Ferrari 250 LM della scuderia North American Racing Team gommata Goodyear: è la prima volta che la casa del piede alato vince a Le Mans. Si arriva quindi alla gara del 1966, ma prima una premessa.
Goodyear vs Firestone, una gara nella gara
In quegli anni i contratti per i pneumatici venivano siglati con i singoli piloti e non con interi team. Quando alle quattro del pomeriggio parte la gara erano presenti ben otto Ford GT40 Mk II da 7 litri ma, nonostante il rapporto di Shelby con Goodyear, non tutte le auto avevano le gomme della casa. I piloti dell’auto nera col numero 2, Bruce McLaren e Chris Amon avevano il contratto con Firestone. L’asfalto è bagnato e presto divenne evidente la superiorità di tenuta delle Goodyear rispetto alle Firestone. Due delle auto di Shelby, la n. 1 di Ken Miles e Denny Hulme e la numero 3 di Dan Gurney e Jerry Grant, non accusarono problemi con i pneumatici Goodyear ma le gomme dell’auto di McLaren perdevano pezzi di battistrada sul rettilineo di Mulsanne, a oltre 300 km/h. Alle 17.33 il pilota neozelandese si ferma al pit stop per passare il volante ad Amon e va in giro alla ricerca di un rappresentante Firestone per negoziare un passaggio ai pneumatici Goodyear. Perdono un sacco di tempo e, quando Amon riparte dai box, McLaren lo sprona gridandogli “Go like hell”, la frase che diventò il titolo del best-seller di A.J. Baime, che narra proprio della rivalità tra Ford e Ferrari a Le Mans negli anni ’60.
Si avvicinano le 16 del giorno successivo e sono tre le Ford sopravvissute: le numero 2, 1 e 5, quest’ultima guidata da Ronnie Bucknum e Dick Hutcherson. Accade quindi quello che, ancora oggi è argomento di discussione: le due auto di Shelby tagliano insieme il traguardo, con un finale in parata, e la vittoria fu assegnata a McLaren e Amon perché partiti da una posizione più arretrata, percorrendo quindi una distanza superiore nello stesso tempo. Probabilmente se non ci fosse stato il passaggio ai pneumatici Goodyear il finale sarebbe stato diverso. L’anno successivo Shelby, Ford e Goodyear tornano a Le Mans e ottengono la seconda vittoria di fila, la terza per Goodyear che collezionerò un totale di 14 vittorie nella 24 Ore di Le Mans, ma non solo. Diventa infatti una grande protagonista delle corse con 368 vittorie nei Gran Premi di Formula 1, record tuttora imbattuto.
Il film
Merita di essere visto, anche dai non appassionati di auto. E’ un film in cui si intrecciano storie diverse, che coinvolgono sentimenti ed emozioni di ogni genere ma sullo sfondo ci sono tre parole d’ordine: passione, energia e adrenalina. Gli attori sono una garanzia: Remo Girone è Enzo Ferrari, Matt Damon è Carol Shelby mentre Christian Bale è il pilota Ken Miles. A loro vanno aggiunte ovviamente le auto e tutto il corollario che rende grande la 24 Ore di Le Mans. Certo è difficile condensare in poco più di due ore tutte le emozioni di una gara che ne dura 24, specialmente se pensate che quando sono andata a vederla l’anno scorso sono stata sveglia per 42 ore filate! Ma se il film non vi basta, allora non vi rimane che andare di persona alla 24 Ore di Le Mans, che è un po’ come una droga ed è difficile disintossicarsi. Proprio come è successo a Goodyear che, dopo tanti anni di assenza dai Campionati Mondiali ha scelto la stagione 2019-2020 per riavvicinarsi alle gare sui circuiti europei e internazionali. Ha quindi sviluppato una nuova gamma di pneumatici per il Campionato del Mondo Endurance FIA (WEC), inclusa proprio la 24 Ore di Le Mans, dove i suoi pneumatici si batteranno per la vittoria nella categoria LMP2 nel 2020.