Passo dello Stelvio
07.01.2017 - in

Passo dello Stelvio

Due giorni da trascorrere in auto, passando per luoghi nei quali ti rendi conto che la natura ha una forza enorme. Ho percorso 720 km a bordo di una Porsche 996 GT3 e, soprattutto, ho fatto per la prima volta il Passo dello Stelvio; ecco com’è andata!

Giorno 1: la Gardesana

Gli ingredienti di questi due giorni sono stati: auto, strada, natura e tradizioni locali. Il primo giorno prevedeva 370 km: da Varese a Merano passando per la Gardesana. Dopo un primo tratto autostradale, finalmente a Sirmione ho imboccato la strada statale 45 bis, per gli amici Gardesana Occidentale. Si tratta di una strada che costeggia la riva lombarda del lago di Garda passando per piccoli borghi come Desenzano, Salò, Limone e Riva del Garda. A me, che sono amante del mare, questa strada mi ricorda molto l’Aurelia, sarà per il sole o l’acqua del lago, ma l’atmosfera mediterranea è facilmente percepibile.

Ho scelto Salò come tappa per una breve sosta. Questa città ha una lunga storia, infatti il suo nome mi risuona in testa da quanto andavo alla scuola elementare. Fondata dai romani, il cui riecheggio alla mente viene dalla posizione geografica e dalle numerose insurrezioni dal Risorgimento alla Repubblica Sociale Italiana. Infatti, nel 1848 Bixio e Garibaldi entrarono trionfanti a Salò, la quale diventa parte della Lombardia e del Regno d’Italia. Oggi si presenta come una città tranquilla e rilassante, in Piazza della Vittoria ci sono numerosi tavolini dove poter fare un break ascoltando (senza comprendere) chiacchierare le famiglie tedesche o guardando i bambini correre: un momento piacevole e rilassante.

Dopo la lezione di storia a Salò, è il momento di tornare alla guida

Si torna in auto e adesso mi aspettano i chilometri della Gardesana Occidentale più particolari: non vedo l’ora! Dopo aver visto (di sfuggita) i giardini del Vittoriale degli Italiani, fatto costruire a Gardone Riviera da Gabriele D’Annunzio, proseguo la mia marcia. La strada che unisce Gargnano e Riva del Garda è molto stretta, a strapiombo sul lago e si susseguono numerose gallerie. Addirittura fino agli anni quaranta la città di Limone sul Garda era raggiungibile solo via acqua. Questa località è particolarmente frequentata dai turisti, infatti non sono neanche riuscita a trovare parcheggio per rinfrescarmi con una limonata, prodotto tipico del luogo fatto con i limoni delle limonaie che si vedono passando dalla strada. Giunta a Riva del Garda, saluto il lago e prendo l’autostrada, passo per Trento e faccio una sosta a Bolzano: non ero mai stata in questa città!

Bolzano

Il mio occhio-radar da appassionata di auto vede subito numerose colonnine di ricarica auto e anche una Nissan Leaf in ricarica. Dopo un rapido giro per la città, inizia a far sera ed è il momento di raggiungere l’ultima tappa della giornata: Merano, dove c’è Gabriel che mi aspetta. Gabriel ha un B&B e da lui ho trascorso la notte, dopo aver gustato degli ottimi canederli e un buon strudel di mele, prodotti tipici di cui è difficile non fare scorta.

Giorno 2: il mio primo Stelvio

Il secondo giorno è il grande giorno: il giorno della mia prima volta sullo Stelvio. Le condizioni meteo di questa giornata di inizio settembre sono ottime e io sono pronta per i 350 km di oggi. Da Merano sono tornata a Bolzano, dove ho preso la strada statale 38 dello Stelvio. La voglia di arrivare al passo era tanta, però mi mancavano ancora 50 km della strada statale per arrivare alla località Spondigna e iniziare la scalata.

Quando arriva lo Stelvio?

Il Passo dello Stelvio è il secondo passo automobilistico più alto in Europa con i suoi 2858 metri sul livello del mare. Venne costruito in tre anni (1822-1825) su richiesta dell’Imperatore Francesco I d’Austria per avere un collegamento rapido tra Vienna e Milano. La progettazione dell’opera venne affidata a Carlo Donegani, architetto esperto in progettazione stradale d’alta montagna e fresco della progettazione del Passo dello Spluga (1921-1923).

Il passo si trova all’interno del parco Nazionale dello Stelvio e divide le Alpi Retiche Occidentali dalle Alpi Retiche Meridionali. Collega la Valtellina alla Val Venosta, dal versante altoatesino per raggiungere la cima ci sono 48 tornanti, e in ognuno di questi si apre un paesaggio spettacolare: dall’imponenza delle Alpi alla meraviglia della strada, bella da fare e osservare. E poi, dopo un’arrampicata all’aria aperta ecco che inizia il sottobosco e le fronde degli alberi nascondono quanto sono piccola rispetto alla maestosità della natura. Alla fine ce l’ho fatta, nonostante camper, motociclette e ciclisti, sono arrivata alla vetta!

Stelvio7

A 2758 metri d’altezza le parole per esprimere le sensazioni sono poche, l’unica cosa che ho fatto è restare in silenzio ed ascoltare ed osservare la maestosità e la meraviglia della natura. Dal passo, abbracciato tra cime dell’Ortles Cevedale, del monte Livrio e del monte Scorrazzo, si ha una vista del panorama composta da alte vette, boschi, prati e dai meravigliosi tornanti che ho percorso per raggiungere questo punto.

Mentre mi godevo questo spettacolo, ho iniziato a sentire il fresco del ghiacciaio o forse era solo l’auto che mi richiamava all’ordine! Questa è stata per me una ricarica di energia psichica, ora sono pronta per affrontare la discesa composta da 40 tornanti della lunghezza di 22 km.

Arrivata a Bormio ho fatto una passeggiata nella vie della cittadina di montagna, dove si trovano prodotti locali come il Braulio. Il paesaggio è da cartolina: immersa tra le Alpi e i boschi. Dopo questa sosta, ho ripreso l’auto passando per Tirano e poi Sondrio, Berbenno e via di ritorno verso Varese.

Il viaggio di ritorno non mi è mai piaciuto, ma in questo caso il pensiero non era al rientro bensì alla meraviglia delle cose che avevo visto durante la giornata. La Gardesana è una bellissima strada che offre un’atmosfera mediterranea e di relax ma il passo dello Stelvio, con l’imponenza delle Alpi e la tecnicità dei tornanti mi ha davvero conquistato.